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St. Pauli. Quando la gente diventa protagonista.

La storia del Club totalmente in mano ai suoi tifosi che diventano finalmente protagonisti attivi. Non parliamo solo di calcio, parliamo di uno stile di vita che si traduce in impegno sociale verso la gente del quartiere, in particolare verso le nuove generazioni. Il tutto condito da rivoluzionarie strategie di marketing. Per chi non lo conoscesse, questo è il St. Pauli.

Ma andiamo con ordine.

Siamo ormai abituati ad assistere ai fallimenti di numerose società calcistiche, falcidiate da debiti e gestioni finanziarie scellerate.  Siamo purtroppo ormai abituati al succedersi di Presidenti “mecenati”, che ciclicamente regalano illusioni e speranze che il più delle volte si trasformano in delusioni cocenti, che allontano sempre più le nuove generazioni dai piccoli club, facendole migrare verso le famigerate “strisciate padane”. Un’emorragia diventata insostenibile.

Per non parlare delle gestioni delle società calcistiche, sempre più lontane dalle esigenze dei tifosi e sempre più votate a logiche che favoriscono il tifoso da poltrona a danno di quello da stadio.

In questo contesto, l’esperienza dei tifosi del St. Pauli ha del rivoluzionario.

st-pauli-supporters-300x168St. Pauli è un quartiere di Amburgo, in Germania, famoso per il distretto a luci rosse Reeperbahn e per il vicino porto. Storico quartiere povero e malfamato della città, ha conosciuto negli ultimi 15 anni uno sviluppo notevole, che ha migliorato sensibilmente le condizioni economiche e sociali dei suoi cittadini.
Il quartiere gode di un’ottima vitalità culturale in quanto abitato da numerosi studenti universitari (attratti dagli affitti bassi) e da giovani di culture ed etnie diverse. E’ in questo contesto, fatto di multiculturalismo e tolleranza, che nasce quello che possiamo chiamare il progetto sportivo del quartiere.

La Società Polisportiva del St. Pauli è completamente nelle mani dei supporters e gestisce, oltre alla squadra di calcio, anche altre attività sportive del quartiere, dal tennis da tavolo al baseball.

La Fanladen (il Supporters’ Trust), il coordinamento dei tifosi, nasce circa 20 anni fa per opporsi all’edificazione di un nuovo stadio fuori dal quartiere (e che proprio in virtù delle proteste mai fu costruito).
Il Supporters’ Trust è indipendente, non è di proprietà del Club e rappresenta esclusivamente i tifosi, gli associati. E’ completamente immune da ogni forma di pressione economica o politica. I suoi associati sono circa 14.000 e ben 1.000 sono donne. Grazie alle politiche del Club, la media spettatori è passata da 1600 persone del 1981 a quella attuale di 20.000 persone.

Per i tifosi, il St. Pauli è passione, amore, ragione di vita; ma soprattutto è tolleranza, democrazia e antifascismo. Il Supporters’ Trust svolge anche una funzione sociale nel quartiere e pone particolare attenzione alle nuove generazioni, gestendo scuole calcio per bambini e organizzando numerose iniziative destinate alle fasce più deboli del quartiere. Ma non solo. Un occhio di riguardo è riservato alle strutture sportive del quartiere. Lo stadio in particolare – tempio del tifo bianco/marrone – è stato oggetto di diversi interventi di restyling, tutti nell’interesse dei tifosi, e qualche anno fa è stata inaugurata una nursery denominata “Nido dei Pirati” che provvede quotidianamente alla cura di circa 100 bambini da zero a sei anni anche nel week end. Il servizio è aperto anche il giorno delle gare interne della squadra e qui i tifosi possono tranquillamente lasciare per qualche ora i loro figli. Meraviglioso.

thumb_1918__auto_4a33c95f396652ef3a741be312ab475e-300x155Periodicamente i rappresentanti dei gruppi dei tifosi si riuniscono in assemblee in cui,democraticamente, sono chiamati a decidere la politica del club e ad eleggereconsiglieri e Presidente.
Gli eletti, a loro volta, sanno di dipendere direttamente dai fans, di conseguenza sono disponibili ad ascoltare i propri elettori, a discutere con loro delle questioni più spinose ed a prendere decisioni condivise, scendendo talvolta a compromessi.
In questo modo i tifosi, pur lasciando la gestione sportiva nelle mani del presidente da loro eletto, assolvono una funzione di vigilanza sulla gestione finanziaria del Club, impedendo alla società di indebitarsi eccessivamente e di avere atteggiamenti che potrebbero portare al fallimento.

I tifosi inoltre, riescono ad imporre al club alcune regole, sulle quali non si transige. Esempi: non si fanno affari con i produttori di armi o con l’industria del tabacco; il nome dello stadio, il Millerntor Stadion, è intoccabile e non può essere venduto; nei minuti immediatamente precedenti al calcio d’inizio la pubblicità è bandita: i fans devono poter creare l’atmosfera ed entrare in sintonia con la squadra. In poche parole, un altro mondo.

Il Supporters’ Trust è forte di un efficientissimo merchandising, che con i suoi 350 articoli in vendita in tutto il mondo, assicura incassi di svariati milioni di euro. Nell’anno della seria A tedesca, furono 36 i milioni di euro incassati. Soldi che, in parte, vengono reinvestiti nel St. Pauli (con il fine di perseguire la crescita sportiva del Club) ed in parte in altre attività, come ad esempio la costruzione della sede dei tifosi o il finanziamento di progetti a sfondo sociale e benefico per il quartiere. Ogni anno Il Supporters’ Trust vende nei 170 punti vendita sparsi sul territorio nazionale oltre 15mila accendini ed oltre 40mila magliette, mentre quelle ufficiali del club raggiungono massimo quota 25mila.
Il logo del Supporters’ Trust, sul quale viene costruito il merchandising, è il Jolly Roger, un teschio dei pirati, ed è differente (ed anche più conosciuto) di quello del club.

Dei risultati sportivi ai tifosi del St. Pauli interessa relativamente. Per i tifosi, il St. Pauli ha solo due obiettivi: battere i cugini ricchi dell’Amburgo e rimanere fedele alla linea.

Il St. Pauli non si può definire un semplice azionariato popolare. E’ molto di più.
E’ un connubio tra cultura, passione e iniziativa sportiva. Un vero e proprio stile di vita che ha permesso al quartiere di conquistare gli onori della cronaca mondiale, oltre al cuore di milioni di fans in tutto il mondo. L’UEFA ne conta 11 milioni. Sedi secondarie del Supporters’ Trust sono state aperte anche in Italia.

Il futuro del calcio passa necessariamente da un maggior coinvolgimento dei tifosi che contribuisca a migliorare la governance attraverso corrette pratiche di partecipazione e gestione. Il ruolo dei tifosi, soprattutto in Italia, deve essere rivisto. I tifosi devono diventare i veri protagonisti del fenomeno calcio e dello sport in generale, non devono più ricoprire un ruolo passivo che li costringe ad essere continuamente vittime inermi di un sistema sempre più distante dalle loro reali necessità.

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Il fenomeno del Supporters’ Trust di St. Pauli, viene descritto magistralmente in Paulinen Platz, un docu-film, tutto da vedere, nato dalla collaborazione tra ShooTv e SportEconomy e diretto da Geo Ceccarelli.

Il docu-film è strutturato in 13 diversi capitoli, per un totale di 66 minuti tutti da vedere. Eccoli qua:

Fonte: fondazionetaras.it