È notizia di oggi il pronunciamento del Tar del Lazio sul ricorso del Rimini.
Nell’attesa di vedere come si muoverà la società biancorossa teniamo a precisare quanto segue.
È giusto premettere che il presidente dimissionario Grassi è padrone di fare ciò che vuole con la srl di cui è proprietario, ma, aggiungiamo noi, entro i limiti dettati dalla responsabilità e dal rispetto verso la piazza riminese.
Ricordiamo bene come si arrivò alla mancata iscrizione nel giugno del 2010, ed oggi ci sembra purtroppo di rivivere lo stesso film. Non conoscendo i dettagli non entriamo nel merito delle varie trattative, vogliamo però sottolineare che non riteniamo ammissibile rinunciare all’iscrizione per mancanza di acquirenti ritenuti solvibili – lasciando così la tifoseria col cerino in mano e costringendo il calcio riminese all’ennesima ripartenza dai campionati dilettantistici (nemmeno la D sarebbe scontata, a quel punto). Il che non significa, va ribadito con forza, vendere “al primo che passa”, ma mettere al primo posto la continuità, anche sportiva, del movimento. Riteniamo che come tifosi sia nostro diritto conoscere con chiarezza le volontà del presidente al riguardo.
In mancanza di una cessione già avvenuta, Grassi si farà carico di formalizzare l’iscrizione alla serie D entro il 24 luglio prossimo? Ed ancora, Il presidente dimissionario intende comunque formalizzare l’iscrizione alla serie D anche in mancanza, ad oggi, di validi acquirenti a cui passare la mano, stante la sua volontà di non proseguire l’impegno nel calcio? Nel caso, con quali programmi per la stagione 2020/21? C’è un progetto sportivo sul quale si sta lavorando, o l’iscrizione va intesa unicamente come atto formale necessario per non azzerare il valore economico del titolo sportivo oggetto di possibili compravendite?
Vogliamo infine ribadire le nostre perplessità riguardo i nomi dei possibili acquirenti, di cui si è letto in questi giorni. Stupisce che il presidente Grassi perseveri nel dare udienza a personaggi che già in passato si sono dimostrati inaffidabili ad altre latitudini. In base a cosa si ritiene che a Rimini sarà diverso? A questi imprenditori che a conti fatti rischiano di rivelarsi né più né meno come l’ennesimo giro di giostra riteniamo siano preferibili soluzioni locali come quella rappresentata da Lucio Paesani attorno al quale coagulare i contributi economici che la città vorrà mettere a disposizione per il calcio riminese. Nella speranza poi che anche l’attuale amministrazione comunale si renda partecipe di questo nuovo corso mostrando fattiva collaborazione, ad esempio sbloccando l’annosa questione della gestione dello stadio Romeo Neri che – insieme al centro sportivo della Gaiofana – è l’unica chiave di volta possibile per un progetto a lungo termine. Perché senza strutture all’altezza, lo dimostrano i fatti, si può solo tentare di sopravvivere ma non si costruisce nulla di solido e duraturo.