Si conclude il viaggio de La Gazzetta dello Sport nel pianeta tifo
Si chiude oggi l’inchiesta de La Gazzetta dello Sport sul complicato rapporto tifosi, stadio, società. Mai come quest’anno, dalle curve alla tribuna, il pubblico ha fatto sentire la propria voce. Lo ha fatto in stadi sempre più vuoti, difficili, inaccessibili, ostaggi della burocrazia. L’ultimo esempio arriva dalla Serie B, con i ventimila spettatori di Bari a sottolineare la fine dell’era Matarrese. O ancora, con la presa di posizione dei tifosi interisti nello scambio Vucinic-Guarin. E poi il boicottaggio dell’Olimpico da parte di migliaia di laziali contro Lotito, il comunicato della Curva Sud milanista che ha messo nel mirino Galliani. L’ondata di indignazione ha contagiato diverse piazze ponendo l’esigenza di un rapporto nuovo tra istituzioni e società da una parte e pubblico dall’altra. L’uso di Internet per mobilitare i tifosi non solo delle curve è il fatto nuovo in un contesto ancora di scollamento. Eppure basterebbe copiare. La Germania è il modello da seguire, anche a detta delle frange più estreme del tifo. Prezzi bassi, zero burocrazia, colore, coinvolgimento dei tifosi nei club. Risultato: stadi pieni e nessun indignados. Continua a leggere